11 gennaio 2014

Chypre di Coty (1917)

Chypre Royale, Chypre de Paris o semplicemente Chypre sono solo alcuni dei nomi che fluttuavano nell'aria ad inizio '900. Roger et Gallet, Guerlain ed altri prima di loro avevano giocato con le note di questo accordo che appare già nei formulari veneti del '500 e prima ancora un po' in tutto il mediterraneo. Mi son sempre chiesto cosa avesse di più questo François Coty per fare del suo Chypre il fondamento iconico di una intera famiglia olfattiva che avrebbe rivoluzionato la profumeria dei decenni successivi. La ricostruzione dell'Osmothèque mi ha dato un primo indizio ma solo indossandolo sono riuscito a capire il segreto del suo successo. Devo ringraziare per questo una cara amica che qualche mese fa mi ha lasciato di stucco regalandomi una bottiglia di eau de cologne degli anni '50.

Pensando alle donne della belle époque non posso fare a meno di associarle a tre tipi di fragranze: le eaux classiche legate alla toilette o i soliflori come White Rose di Floris tanto amata da Liane de Pougy, poi le fragranze nostalgiche e suggestive in stile Après l'Ondée evanescenti come le pennellate degli impressionisti e infine le composizioni orientali come i Parfums de Rosine, perfette per le odalische opulente disegnate da Poiret. In quegli anni però stava sbocciando una donna nuova, colta e libera dai corsetti così come dagli schemi sociali che ostentava la sua indipendenza bevendo, fumando e tenendo testa all'uomo. Certo l'abile Coty sfruttò la grande distribuzione per il lancio di Chypre, ma il suo carattere "robusto e cazzuto come Joan Crawford" come lo definisce Luca Turin è stato la chiave del suo successo. Come la sua sorellina levigata Mitsouko, Chypre era portato sia da donne che da uomini a conferma che la famiglia chypre è quella che meglio fonde gli elementi maschili e femminili. Si apre così una nuova era della profumeria grazie all'abilità di Coty di cogliere nel 1917 i primi germogli di questa femminilità il cui fiore più sconcertante è ben incarnato dalla Marchesa Luisa Casati, Venere sfocata ed ipnotica ritratta da Man Ray.

Pubblicità di Chypre de Coty (1948)
Inaspettatamente l'apertura della mia eau de cologne è luminosa ma il guizzo acidulo del bergamotto forse si è stemperato in decenni di sonno su un letto ombroso. Ciò che sento di più è l'aspetto corroborante del linalolo con un mazzetto sapido di odori, timo e forse origano ma soprattutto dal canto argentino della salvia che vibra assieme al labdano e allo zibetto in un accordo magnetico. Potente ed animale, colpisce le narici come la canicola colpisce le rocce della costa selvaggia sparsa di arbusti ed i boschi muscosi. L'untuosità del gelsomino di Grasse e una punta piccante di garofano si avvertono appena nel cuore ma bastano ad attenuare la sua solarità ieratica: è l'ora del ristoro in un bosco vellutato e umido in cui a sorpresa il muschio di quercia non è poi così dominante come ci si aspetta. Sento piuttosto un patchouli terroso ma poudré di balsami e d'ambra che mi ricorda quello che mi disse una volta Bertrand Douchaufour: "Gli chypre moderni girano soprattutto attorno al patchouli". Forse non solo gli chypre moderni sono così ma anche il loro archetipo visto che sento più spostato verso il legno in Femme che non verso l'aspetto alga/lichene del muschio di quercia che spicca in altri classici come Miss Dior (Jean Carles e Paul Vacher), Bandit (Germaine Cellier) o Y (Jean Amic).

Dal suo lancio Chypre ha visto fortune alterne e è stato discontinuato negli anni '60 per essere poi  rilanciato in pietose riformulazioni da drugstore nel 1986. Questo lo accomuna buffamente alla Marchesa Casati sparata come un fuoco d'artificio dalla nobiltà scintillante verso una fine miserabile (fu sepolta a spese di Elsa Schiaparelli).
A proposito del nome infine, alcuni sostengono che il termine chypre derivi dall'isola di Cipro, altri lo fanno derivare dal nome della quercia in francese arcaico ma in ogni caso è ovvio il suo legame con la macchia mediterranea. E' così ovvio che ogni volta mi fa tornare sulle coste di Ayia Napa, Cipro, fantasticando degli odori di quella foresta sacra scomparsa che mille anni fa ricopriva l'isola.

Note di testa: salvia, timo, bergamotto
Note di cuore: gelsomino, rosa, spezie
Note di fondo: muschio di quercia, labdano, patchouli, zibetto, storace, ambra grigia, vaniglia
 

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