1 marzo 2014

Y di Yves Saint Laurent (1964): un truc en plumes

Ci sono profumi che entrano nella nostra vita senza chiedere permesso a un'età in cui non abbiamo altri strumenti per capirli che il naso. Grazie a mia nonna paterna ho conosciuto Y di Yves Saint Laurent negli anni '70. Bella e vanitosa, il suo ricordo e più legato a quella scia verde che a grandi slanci affettivi e forse è per quello che è entrato nel mio spazio emozionale come una specie di abbraccio invisibile. A gennaio 2014 questo chypre glorioso ha compiuto cinquant'anni, perciò voglio festeggiarlo ballando con una delle muse più Saint Laurent che mai: Zizi Jeanmaire!

Jacques Bercia e Michel Hy, allievo di Jean Carles, creano il primo profumo dell'enfant prodige della moda tenendosi distanti sia dai fioriti romantici come Diorissimo che dalle scie conturbanti da diva come Fracas. Nella moda Saint Laurent introdusse la linea a trapezio e le silhouette scattanti e fluide che valorizzano la donna. Allo stesso modo i due profumieri ripresero gli elementi androgini dei classici, primo fra tutti Ma Griffe in omaggio a Carles e modellano su questi un elegante chypre verde dal carattere gioioso, appena baciato dalle labbra polpose di una pesca. L'alone ceroso e rosato che sprigiona è puro chic parigino e lo lega a quella rinascita anni '60 degli chypre iniziato con Madame RochasCalèche, meno ombrosi ed angolari di quelli anni '40. Purtroppo L'Oreal ha svuotato molto della sua complessità l'attuale Y, ma ciò che più rimpiango di più è l'estratto di cui potete provare ad immaginare la ricchezza sniffando un suo degno discendente: l'estratto di Mito di Vero Kern.

Fra un lampo d'agrumi e la sferzata verde del galbano, l'avvio del mio parfum vintage nasconde un orticello domestico a Marsiglia o nell'adorata Marrakech poco importa, dove l'odore del timo si mischia a quello della frutta al sole. Le note floreali sono croccanti, dominate dalla gardenia che sfuma nell'impercettibile morbidezza del gelsomino. In origine l'apertura era attraversata dall'agrumato latteo della magnolia poi sparita nelle prime riformulazioni. Il fondo è semplicemente impeccabile, sexy di resine e con un soffio animale e al tempo stesso asciugato dalla ruvidezza del vetiver, e danza con piume di muschi ed un tocco di iris coquette per il gran finale.

Coco Chanel diceva che la moda passa mentre lo stile resta e certamente Yves immaginò il suo primo profumo per restare nel tempo. Così mentre molti legano l'ispirazione dietro Y alla couture, credo che lui avesse guardato oltre pensando il profumo come un modo d'essere, come una firma olfattiva invisibile da portare ovunque qualsiasi cosa si indossi, perché indossi "la robe invisible d'Yves Saint Laurent" (che dichiara il profumo come lusso democratico). Vedo La perfetta incarnazione di questo sentimento nella sua lunga collaborazione con Roland Petit iniziata durante gli anni '50 e specialmente nella sua musa, Zizi Jeanmaire. Il suo look fresco ed essenziale come il flacone disegnato da Pierre Dinand e le sue bellissime gambe messe in risalto dai costumi neri Saint Laurent ne fanno l'espressione artistica più glamour della coltissima rive gauche, la modella perfetta per questo abito invisibile.



Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...